Beh diciamo che innanzi tutto sono soddisfatto della discussione che si è creata.
Pensate che non sapevo a cosa andavo incontro prima di scrivere?
Però l'ho voluto fare proprio per sfatare qualche "mito" e confermare invece quello che non si dice ( circa l'importanza dell'ossigenazione ).
Quindi ho creato un impasto che
"non sta nè in cielo nè in terra" cioè sovra lievitato a 30/31 °C per 20 e più ore.
Anche a me, se lo avessero detto "prima", avrei riposto quanto meno scetticamente.
La mia meraviglia è stata quando, "trimmata" per bene la ricetta, ho avuto i risultati.
Le pizze sono realmente delle nuvole e di una leggerezza sconcertante: sembra di non avere mangiato niente! ( @ema il lievito c'entra, eccome! ).
Non contento sono andato a parlarne con Ciro Salvo il quale, oltre a darmi le giuste dritte sul lievito, mi ha detto che una situazione simile si ha anche in pizzeria d'estate.
Questa prova tende a dimostrare che senza avere attrezzature sofisticate si possono ottenere pizze morbide come nuvole facendo:
un impasto con un comunissimo frullino
una lievitazione ad almeno 30 °C usando q.tà infinitesimali di lievito.
Premesso questo veniamo a noi.
@Erminio:
Io purtroppo non la penso così e non mi va che mi si raccontino frottole.
Erminio non sono frottole, ma prove! Non mi permetterei mai di scrivere qualcosa che non ho provato, riprovato e replicato.
A napoli non lavorano con 35° sono favole, credo fermamente a quello che dice Sorbillo nella sua intervista e non è l'unico, che si lavora comunque con un certo range di temperature e si fa uso di ''cantina''.
Sbagli. io ho fatto il corso da Enzo Coccia ho lavorato per una settimana nella sua pizzeria con un caldo infernale!
Le cose sono come ti dico io per il semplice fatto che le ho fatte!
So anche benissimo che succede se lascio un impasto per tot di ore a 30° e passa gradi, ora un paio d'ore ci può stare pure se faccio un diretto breve stg, ma 20 e passa ore proprio no e la pizza di Paolo ne è la prova di ciò che ottengo, una pizza completamente scarica e vi assicuro che in 60 sec con un forno a palla, ma lo sapete bene perchè siete in gamba, il cornicione si colora se vi sono zuccheri.
Si alla sperimentazione, però per me ci deve essere un minimo di logica ed anche approccio scientifico, anche perchè se faccio tutto ad capocchiam in maniera empirica ed ottengo un risultato buono per una botta di fortuna, poi come lo replico?
Cioè una pizza buona la posso pure fare una volta, due nella mia vita, ma per me conta poco o nulla, la bravura è farla bene e riuscirla a replicare non dico sempre, ma almeno un 90% delle volte...
Per questo test ho passato più di tre mesi a provare.
Adesso il 100% degli impasti è così: il migliore ( mio ). Magari non è sufficiente per te, ma questo è un'altro paio di maniche.
Spero che nel prologo di questa risposta abbia soddisfatto il tuo interrogativo circa il fare "ad capocchiam" e sulla ripetibilità dell'impasto!!!
@Dario: per me il "mito" è il cornicione di Michele: vuoto assoluto!
@Ema: vedo che la pensi come me
