RIFLESSIONI AUTUNNALI: LA COTTURA NEL FAL
Inviato: 8 novembre 2015, 9:24
Ho fatto l'impasto, si', e poi? E poi la cottura nel fal puo' risultare un incubo tale da farci dimenticare tutte le nostre ambizioni di pizzaiolo provetto.
Non me ne vogliano i pizzettari che cuociono in un forno elettrico, ma nel fal e' tutto un altro cinema.
E non mi riferisco al fatto che la pizza cotta nel forno a legna sia molto piu' buona (e' un fatto tanto oggettivo quanto scontato) ma alla circostanza che il fal non perdona!
Non perdona innanzitutto perche' se la maglia del nostro impasto non e' piu' che in salute col cavolo che il disco lo si riesce a muovere a dovere nel forno (ammesso che si arrivi a trascinarlo sulla pala). Il disastro e' dietro l'angolo: pizza bucata, pomodoro e mozzarella che colano sulla platea, fumi modello Londra in piena rivoluzione industriale, improperi per tutti i gusti e 5-10 min di stop per pulizie, mentre ti casca il mondo e tutto il resto.
Non perdona poi perche' anche se se hai una maglia d'acciaio, ma sei maldestro con il palino, rischi di bucarla comunque o di bruciarla.
E non perdona, infine, perche' mantenere il fal a giusta temperatura richiede una certa dose di esperienza, capace di influenzare sensibilmente il risultato finale e soprattutto di mantenerlo costante.
E' proprio vero, come dicono a Napoli, che senza un bravo fornaio, un grande pizzaiolo e' come azzoppato.
Come preparare e cuocere al meglio nel fal la nostra verace? Con questo post volevo raccogliere le mie e le vostre esperienze, che magari qualcosa di utile ne esce per tutti.
Ecco dunque le mie regolette basilari:
1. SE NON SI USA IL FAL MOLTO SPESSO MEGLIO PREACCENDERLO IL GIORNO PRIMA DELL'UTILIZZO
Nel nostro forno si deposita umidita' che occorre ridurre accuratamente per almeno due ordini di ragioni:
A) L'umidita' della pietra impedisce una distribuzione uniforme del calore e dunque una cottura ottimale della nostra pizza;
B) L'umidita' residua, in caso di accensioni violente, rischia di generare crepe anche importanti nel nostro forno.
Quindi saggio e opportuno e' procedere con una preaccensione "dolce" del forno il giorno precedente al suo utilizzo.
N.B. Nel fal rimarra' sempre umidita' durante la cottura, sorigionata dai cibi e dalla legna. Ma questo e' proprio il valore aggiunto del forno a legna, capace di cuocere senza seccare troppo le nostre
2. CHE LEGNA USARE ?
Nei video storici sulla pizza napoletana, si parla di quercia e olivo, che generano una buona brace e sprigionano intensi profumi.
Il fatto è che, almeno dalle mie parti, e' davvero difficile da reperire, e sono quindi costretto a rimediare con il faggio, che e' efficace anche se molto meno profumato.
Naturalmente, bisogna evitare legna umida, che rilascia resina, o scoppiettante come il pino...
Inutile poi dire che sono vietati legni trattati, cartone e materiali plastici.
3. ARRIVARE A TEMPERATURA
Sappiamo che per una verace di tutto rispetto la nostra pizza deve cuocere a temperature attorno ai 480 gradi. D'altra parte, sulla base della mia esperienza vi dico che non basta arrivare a 480 gradi per cuocere una verace. E' opportuno che la temperatura del nostro forno raggiunga picchi ben piu' alti all'inizio...io per esempio arrivo a 550-600 gradi, sposto la brace e aspetto che la temperatura scenda per poi mantenerla tra i 480-500.
Una cottura a temperature inferiore rende piu' rugoso il nostro cornicione, toglie sofficita' fino a rendere biscottosa la nostra pizza.
4. COME MANTENERLA
Innanzitutto occorre aver prodotto una buona quantita' di brace che aiuti il materiale refrattario a conservare il calore.
Ogni ciocco di legna che aggiungiamo rischia di alzare troppo la temperatura del forno e di bruciare la nostra pizza o di non cuocerla a dovere. Per questa ragione sarebbe meglio utilizzare "ciocchi di mantenimento" non troppo grandi per poterci regolare al meglio.
Le pizzerie di un tempo usavano la pampuglia per dare una botta di calore e compensare i cali momentanei di temperatura....da Michele lo fanno ancora...e anch'io lo faccio con piena soddisfazione....
Anche per il truciolare peraltro occorre assicurarsi che sia di buona qualita' e soprattutto che non sua trattato.
5. LA COTTURA
Si sa che il forno a legna e' ottimale per cuocere la pizza perche' capace di trasmettere il calore contemporaneamente per conduzione, convenzione e irraggiamento.
Rimane pero' il fatto che ogni punto della platea ha una temperatura diversa. E quando ci poggiamo sopra la nostra pizza la temperatura inevitabilmente si abbassa.
Come e' noto, per evitare di bruciare il fondo, e salvo esigenze particolari, quando si ruota il disco bisogna avere cura di riposizionarlo nello stesso punto.
Anche la fiamma (che per varie ragioni e' opportuno tenere viva durante la cottura, ma e' sufficiente un po' di pampuglia....) gioca la sua parte.
Certo, quando si cuoce una pizza alla volta e' tutto piu' facile....poi mica sono tutti come il pizzaiolo Pasquale:

Ho inoltre notato che la qualita' della cottura migliora quando il mezzo giro viene fatto all'esterno del forno: si prende la pizza, la si appoggia fuori dalla bocca, la si ruota e la si riposizione in forno nello stesso punto. Quando mi ricordo di farlo, il cornicione esce perfetto e il fondo pure.
Non me ne vogliano i pizzettari che cuociono in un forno elettrico, ma nel fal e' tutto un altro cinema.
E non mi riferisco al fatto che la pizza cotta nel forno a legna sia molto piu' buona (e' un fatto tanto oggettivo quanto scontato) ma alla circostanza che il fal non perdona!
Non perdona innanzitutto perche' se la maglia del nostro impasto non e' piu' che in salute col cavolo che il disco lo si riesce a muovere a dovere nel forno (ammesso che si arrivi a trascinarlo sulla pala). Il disastro e' dietro l'angolo: pizza bucata, pomodoro e mozzarella che colano sulla platea, fumi modello Londra in piena rivoluzione industriale, improperi per tutti i gusti e 5-10 min di stop per pulizie, mentre ti casca il mondo e tutto il resto.
Non perdona poi perche' anche se se hai una maglia d'acciaio, ma sei maldestro con il palino, rischi di bucarla comunque o di bruciarla.
E non perdona, infine, perche' mantenere il fal a giusta temperatura richiede una certa dose di esperienza, capace di influenzare sensibilmente il risultato finale e soprattutto di mantenerlo costante.
E' proprio vero, come dicono a Napoli, che senza un bravo fornaio, un grande pizzaiolo e' come azzoppato.
Come preparare e cuocere al meglio nel fal la nostra verace? Con questo post volevo raccogliere le mie e le vostre esperienze, che magari qualcosa di utile ne esce per tutti.
Ecco dunque le mie regolette basilari:
1. SE NON SI USA IL FAL MOLTO SPESSO MEGLIO PREACCENDERLO IL GIORNO PRIMA DELL'UTILIZZO
Nel nostro forno si deposita umidita' che occorre ridurre accuratamente per almeno due ordini di ragioni:
A) L'umidita' della pietra impedisce una distribuzione uniforme del calore e dunque una cottura ottimale della nostra pizza;
B) L'umidita' residua, in caso di accensioni violente, rischia di generare crepe anche importanti nel nostro forno.
Quindi saggio e opportuno e' procedere con una preaccensione "dolce" del forno il giorno precedente al suo utilizzo.
N.B. Nel fal rimarra' sempre umidita' durante la cottura, sorigionata dai cibi e dalla legna. Ma questo e' proprio il valore aggiunto del forno a legna, capace di cuocere senza seccare troppo le nostre
2. CHE LEGNA USARE ?
Nei video storici sulla pizza napoletana, si parla di quercia e olivo, che generano una buona brace e sprigionano intensi profumi.
Il fatto è che, almeno dalle mie parti, e' davvero difficile da reperire, e sono quindi costretto a rimediare con il faggio, che e' efficace anche se molto meno profumato.
Naturalmente, bisogna evitare legna umida, che rilascia resina, o scoppiettante come il pino...
Inutile poi dire che sono vietati legni trattati, cartone e materiali plastici.
3. ARRIVARE A TEMPERATURA
Sappiamo che per una verace di tutto rispetto la nostra pizza deve cuocere a temperature attorno ai 480 gradi. D'altra parte, sulla base della mia esperienza vi dico che non basta arrivare a 480 gradi per cuocere una verace. E' opportuno che la temperatura del nostro forno raggiunga picchi ben piu' alti all'inizio...io per esempio arrivo a 550-600 gradi, sposto la brace e aspetto che la temperatura scenda per poi mantenerla tra i 480-500.
Una cottura a temperature inferiore rende piu' rugoso il nostro cornicione, toglie sofficita' fino a rendere biscottosa la nostra pizza.
4. COME MANTENERLA
Innanzitutto occorre aver prodotto una buona quantita' di brace che aiuti il materiale refrattario a conservare il calore.
Ogni ciocco di legna che aggiungiamo rischia di alzare troppo la temperatura del forno e di bruciare la nostra pizza o di non cuocerla a dovere. Per questa ragione sarebbe meglio utilizzare "ciocchi di mantenimento" non troppo grandi per poterci regolare al meglio.
Le pizzerie di un tempo usavano la pampuglia per dare una botta di calore e compensare i cali momentanei di temperatura....da Michele lo fanno ancora...e anch'io lo faccio con piena soddisfazione....
Anche per il truciolare peraltro occorre assicurarsi che sia di buona qualita' e soprattutto che non sua trattato.
5. LA COTTURA
Si sa che il forno a legna e' ottimale per cuocere la pizza perche' capace di trasmettere il calore contemporaneamente per conduzione, convenzione e irraggiamento.
Rimane pero' il fatto che ogni punto della platea ha una temperatura diversa. E quando ci poggiamo sopra la nostra pizza la temperatura inevitabilmente si abbassa.
Come e' noto, per evitare di bruciare il fondo, e salvo esigenze particolari, quando si ruota il disco bisogna avere cura di riposizionarlo nello stesso punto.
Anche la fiamma (che per varie ragioni e' opportuno tenere viva durante la cottura, ma e' sufficiente un po' di pampuglia....) gioca la sua parte.
Certo, quando si cuoce una pizza alla volta e' tutto piu' facile....poi mica sono tutti come il pizzaiolo Pasquale:

Ho inoltre notato che la qualita' della cottura migliora quando il mezzo giro viene fatto all'esterno del forno: si prende la pizza, la si appoggia fuori dalla bocca, la si ruota e la si riposizione in forno nello stesso punto. Quando mi ricordo di farlo, il cornicione esce perfetto e il fondo pure.